Sommario
Tatuaggi: nascita ed evoluzione nel tempo
I tatuaggi sono delle decorazioni corporali che hanno origine antichissime. Essi venivano utilizzati da varie culture, a cui corrispondono diversi significati. La tecnica era comune, ad esempio, tra gli antichi romani, indiani, nomadi, africani e maori ed ognuno di queste popolazioni ne facevano un uso differente. I tatuaggi, si pensa, nascano per sottolineare l’appartenenza ad un determinato gruppo, classe sociale, classe politica, spirituale o in ambito medico con lo scopo di alleviare il dolore.
L’origine dei tatuaggi
La nascita dei tatuaggi risale a circa 12 milioni di anni prima della nascita di Cristo. La testimonianza più antica giunge nel 1991 sulle Alpi Otzalet dove venne ritrovato il corpo congelato di un uomo risalente a 5300 anni prima. Esso presentava in varie parti del corpo dei veri e propri tatuaggi ottenuti sfregiando carbone polverizzato sulla cute. Attraverso i raggi x si è poi scoperto che questi segni si trovavano proprio in prossimità di alcune fratture ossee. Si è quindi arrivati alla conclusione che si usasse questa tecnica a scopo terapeutico per alleviare il dolore.
La parola tatuaggio deriva dal tahitiano “tatu” che significa “segnare qualcosa”. Gli artisti tailandesi utilizzavano una sorta di bisturi creato con un manico di legno e una punta fatta cin il becco o l’artiglio di uccello. Il nome tatu è proprio onomatopeico per descrivere il rumore del bisturi che picchetta la pelle. Naturalmente la storia e lo scopo di questa marcatura della pelle varia da cultura a cultura. Un’altra testimonianza arriva da gruppo di scienziati inglesi. Essi analizzarono alcune mummie egizie femminili che si trovano al British Museum scoprendo che una delle mummie femminili aveva un tatuaggio che simboleggiava sulla sua coscia l’Arcangelo Michele.
Lettura Consigliata:
- Editore: 24 Ore Cultura
- Autore: David McComb , B. Cristiani
- Collana:
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2015
L’evoluzione dei tatuaggi nei popoli
Il tatuaggio, quindi, ha accompagnato l’uomo in gran parte della sua esistenza. A seconda dei luoghi e dei modi in cui esso veniva utilizzato assumeva un significato diverso. Nei secoli sono state moltissime le civiltà che hanno utilizzato la tecnica del tatuaggio ognuna di esse attribuendone un significato differente.
L’usanza dei tatuaggi nei vari popoli
In Asia i tatuaggi venivano utilizzati per comunicare lo stato sociale. In Africa invece ad esempio vi era una connessione con la magia e la medicina.
Nella storia dei tatuaggi comparvero anche le tribù dei Maya, Aztechi ed Incas. Essi usavano i tatuaggi durante i loro rituali.
In Occidente, i britannici utilizzavano l’arte dei tatuaggi per tatursi gli stemmi di famiglia. Quest’arte prosperò fino all’invasione dei Normanni del 1066 nella quale venne disdegnato completamente il tatuaggio.
Le popolazioni polinesiane utilizzavano tatuaggi tribali per identificare le comunità, le famiglie e il rango. Nel Borneo si trattava di una tradizione culturale. Creavano disegni che indicavano il ceto sociale e la tribù a cui appartenevano.
I Greci usavano il tatuaggio per marchiare ed identificare coloro che agivano come spie. I Romani inizialmente consideravano l’arte del tatuaggio una tecnica barbara. Essi infatti la utilizzavano per marchiare schiavi, prigionieri, disertori e criminali. Successivamente con lo sviluppo dell’impero si diffuse tra i romani l’usanza dei tatuaggi, perdendo così il connotato negativo. I legionari infatti iniziarono a considerarlo simbolo di fedeltà e devozione. Nel 787 d.C. Papa Adriano proibì la tecnica del tatuaggio. Le condanne fecero sparire la tecnica per parecchi anni, fino al XV secolo. Durante le crociate, del 11° e 12° secolo, si era soliti tatuarsi croci o simboli sacri per garantirsi la sepoltura in terra consacrata, in caso di morte in battaglia. Dopo le crociate i tatuaggi sembrano scomparire del tutto dall’Europa.
Ma mentre in occidente vi fu un blocco per l’evoluzione dei tatuaggi fino al XV secolo, continuava a proliferare in Giappone dove inizialmente venivano utilizzati solo per contrassegnare i criminali con delle linee in fronte, ma successivamente diventò una forma d’arte estetica. Così la classe media iniziò ad adornarsi con tatuaggi fino a riempire anche l’intero corpo.
L’evoluzione tecnica dei tatuaggi
Naturalmente la storia dei tatuaggi è abbastanza travagliata in quanto quest’arte veniva spesso disprezzata e proibita durante il corso degli anni. Ha avuto un’evoluzione lenta e progressiva. Passato il tempo e dopo essersi calmate le acque, il tatuaggio divenne una tendenza. L’arte del tatuaggio venne pian piano perfezionata e iniziò a diffondersi, specialmente in America.
Nel 1891 Samuel O’Reilly progettò la prima macchina elettrica per tatuaggi. Essa consisteva in una penna elettrica formata da un tubo, dove veniva inserito il colore e un ago che perforava la pelle. Cosi alla fine del secolo il tatuaggio divvene una vera e propria moda, e il tatuatole iniziò a diventare un lavoro. Dopo un passato travagliato, a causa dei vari divieti nel praticare quest’arte, nella seconda metà del 1900 l’atteggiamento verso l’arte dei tatuaggi cambiò e venne generalmente accetta dalla società. Soprattutto in America si sviluppava lo stile vero e proprio del tatuaggio e Chatan Square divenne il centro di quest’arte. Anche le celebrità iniziarono a tatuarsi negli anni ’70.
I tatuaggi oggi
Oggi, naturalmente la tecnica dei tatuaggi è stata parecchio perfezionata ed è riconosciuta sia come forma artistica che come professione. Si tratta di un’arte ormai popolare e rispettata, anche se tutt’oggi vi sono ancora alcuni pregiudizi.